Sunday, November 26, 2006

Lo sapevate che: .......................




Chiunque sia in possesso di notizie "ghiotte" meritevoli di pubblicazione, o anche di foto interessanti, le inoltri senza esitazione a procacciante@libero.it


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Istruzioni per la consultazione:

- la consultazione può essere fatta in maniera continuativa cliccando su "older post" alla fine di ogni sezione;
- può essere fatta selettivamente cliccando sui singoli capitoli riportati in alto a destra nella prima pagina;
- le foto potrebbero non apparire nei rispettivi spazi quando si apre la pagina: basta cliccare sullo spazio vuoto ed attendere;
- per qualunque problema inviare una mail a
procacciante@libero.it, oppure digitare sul proprio telefonino il n. 113

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Foto della settimana








o se magna o....... se beve!






Ave .... Iva









è Alcide .... ma non è De Gasperi





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Notizie ghiotte





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EnriCola ® è un vero segugio, ha rintracciato altre "H"Girls, che ora penso hanno superato gli "H"Boys. Come al solito le donne superano gli uomini.


Cito testualmente alcune riflessioni scritte di Piero: "... Eravamo più seri allora anche se rigidamente, come adesso, senza donne!..."

A Piè te bastano tutte queste ke avemo rimediato o volevi addirittura un harem?

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Appunti di viaggio dall'India, dalla nostra inviata speciale:


Io sono appena rientrata alla base dopo un viaggio in India di 10 giorni, molto interessante, ho girato la regione del Madhya Pradesh dove solitamente non arrivano i turisti. l'India e' senza dubbio un paese pittoresco e ricco di tesori artistici pero' ho dovuto constatare che negli ultimi 20 anni , tanti ne sono passati da quando c'ero stata l'ultima volta, le condizioni di vita della popolazione sono rimaste pressoche' invariate e anche le citta', compresa la capitale Delhi, continuano ad avere un aspetto alquanto fatiscente, ma forse e' proprio questa mancanza di modernizzazione che rende questo paese, a mio vedere, estremamente affascinate. Detto cio', devo pero' riconoscere che dopo 10 giorni di medioevo e' stato un sollievo atterrare all'aeroporto ultramoderno di Bangkok. Ti mando qualche foto per la'ggiornamento del blog. Un caro saluto a tutti

Sandra
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Massimo Prampolini ha partorito !!!

La "neonata prefazione" è riportata nel capitolo Produzione letteraria varia



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C'è una elocubrazione, una specie di limoncello per il dopo cena, elaborato da Renato, che può essere sorseggiato andando appunto nel post: cena del 23.11.06 .... naturalmente alla fine della cena




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Settimane orsono, il 9 gennaio 2007, in un noto (a tutti i commensali) ristorante romano, alla presenza di due sue sorelle, di alcune nipoti di cui è zia, e di due compagni di classe sez H, abbiamo festeggiato i suoi 60 anni (i mitici anni '60)




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La storia si ripete (... a voce alta, ha.. ha.. ha..)







mentre a Roma si discuteva (su come passare il capodanno) a Sagunto (ovvero Bangkok) si combatteva (contro il tempo)







questi i fatti:

Caro Fabio,

felice anno nuovo, com'e' andato il viaggio in Vietnam ? Ti e' piaciuto il paese? Io conosco solo Hanoi, dove sono stata varie volte, e la trovo una citta' piacevole, ho fatto qualche giro nei dintorni, ma non conosco il resto del Vietnam. Ho Chi Min non mi attrae pero' Hue si. Mi dispiace che quel giorno in aeroporto non ci siamo potuti incontrare ma era un giorno davvero particolare, c'erano code dapertutto. Benche' fossi arrivata presto e prima che aprissero il check in, ho trovato gia' 2 persone davanti a me, poi una lunga coda al controllo passaporti; purtroppo per smaltire le file avevano convogliato passeggeri anche allo sportello dei passaporti diplomatici e di servizio che in genere e' vuoto e quindi ho dovuto aspettare anche li' e infine, dopo aver fatto quasi un chilometro per arrivare alla zona C, mi sono trovata davanti un muro di persone che dovevano passare i controlli di sicurezza, allora ho capito che l'impresa era disperata, l'unica speranza sarebbe stata che il vostro volo facesse ritardo, ma e' difficile che succeda con i voli della mattina presto. Pazienza, spero avremo occasione di incontrarci a Roma. Io per il momento ho in programma un viaggio in India il prossimo mese, ma conto di essere in Italia fra maggio e giugno, intanto continuo a seguire il blog.
Un caro saluto-- Sandra















Contento lui ......., figuratevi io ! (csto della corsa: 1h 1$)








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Saigon, gennaio 2007





Al ginnasio, Fabio Procacciante aveva la Vespa, che poi vendette ad Alberto Tocci.




Renato Piccione e Vitti Caronia avevano la Lambretta.





Anche Francesco Mini (come egli stesso ci ricorda) aveva la Lambretta che ha poi rivenduto a Piro Andreussi




Forse quelle rinvenute su un marciapiede di Saigon (Ho Ci Min City) 45 anni dopo, potrebbero essere le loro.







Nota di redazione: su questo tema abbiamo ricevuto delle precisazione che puntualmente pubblichiamo








Sulla vespa di Fabio esiste un curioso aneddoto.
Poiché Fabio perseguiva tenacemente il concetto del “Cost Saving”, quando la Vespa andò in crisi pensò bene di ripararla da solo.
Procedette ad un minuzioso smontaggio del motore in ogni sua parte, esattamente come oggi con i pazienti sul tavolo operatorio, poi ne fece autonomamente la revisione e iniziò a rimontare il tutto.
Durante il montaggio si accorse che alcuni pezzi del motore non combaciavano più, ma per evitare un costoso intervento del meccanico, procedette testardamente con tutti gli altri. A Vespa finita, i pezzi “inutili” giacevano sul terreno (guarnizioni, viti, bielle, ….)
Quando fu il momento di avviare il motore, ci fu un attimo di panico: ma la Vespa si mise in moto regolarmente e funzionò alla grande per altri dieci anni (il caso è ancora oggi allo studio della Piaggio.)
I pezzi residui non furono affatto dimenticati (erano “roba bbona”): furono rivenduti sul mercato dell’usato ad un prezzo superiore al costo dell’intera riparazione (peraltro, molto modesto). L’utile ricavato, investito allora in BOT, costituisce ancora oggi parte integrante del reddito del professore.
Grande esempio di chirurgia,…. anche finanziaria.

Saluti, Olini




La puntualizzazione di Francesco è assolutamente vera (con qualche amplificazione!) smontaggio e rimontaggio avvennero nel volgere di un'estate a S. Marinella, effettivamente avanzò qualche pezzo (anche nel nostro organismo ci sono tante cose superflue) l'operazione venne tenuta rigorosamente segreta ad Alberto Tocci, che con piena soddisfazione (temporanea) procedette all'acquisto ma che successivamente dopo qualche anno di generoso utilizzo l'abbandonò esanime, a seguito dell'esplosione del motore, sul ciglio di una strada, ad imperitura memoria.


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1. Angelo Codispoti, Massimo Prampolini, PaoloAlianello, Piero Andreussi e Pino Mercuri erano compagni di classe fin dalla prima media

2. Renato Piccione e Marcella Trapani erano, anche loro, compagni di classe dalla prima media, ma non solo, apprendiamo con vero stupore, anche Antonella Zadini era di quella partita (chi sa che combinavano quei tre a quei tempi !!!)




3. Agnese Tocci, sorella di Alberto, è stata docente di matematica di Julie, figlia di Fabio Procacciante, in IV e V ginnasio al Tasso.

4. Ivana Cellucci, attualmente Professoressa di scienze al Giulio Cesare, è stata docente di chimica di Sara, figlia di Antonio Silvestri alle medie, e poi docente di scienze di un figlio di Pievgiovgio Bevavdi al ginnasio.

5. Esponenti della sez h, nell'ultimo mese, hanno toccato le seguenti latitudini: Sandra Nonnis Bankok, Francesco Mini Mosca, Antonella Zadini Australia, Fabio Procacciante Vietnam, Antonio Silvestri Rieti (come al solito! Pe' quei poveri reatini non c'è scampo neanche durante le feste)

6. Maria Petraroja, a detta di un attendibile bidello, avrebbe insegnato al Giulio Cesare! Non è dato di sapere cosa, sono in corso accertamenti.

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ARCHIVIO FOTO


periferia di Hanoi, dicembre 2006





Ha la pancia come il mulo !







Friday, November 24, 2006

Come eravamo - Ottobre 1960

Liceo Classico Statale
"Giulio Cesare"
Corso Trieste - Roma
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Classe IV ginnasio - Sez H
anno scolastico 1960 - 1961


da sin in piedi: Fabio Procacciante, Maria Petraroja, Marcella Trapani, Vittorio Caronia, Natalie Poullein, Maurizio Baroncelli, Sandra Nonnis,

da sin sedute: Ivana Cellucci, Silvia Righetti, M. Grazia Di Giacomo, Antonietta Cazora, Enrica Colazza, Antonella Zadini,

in ginocchio: Franca Curzi, Ugo Virgilio, Costantino Papadouli.




da sin in piedi: Giuseppe (Pino) Mercuri, Bruno (Angelo) Codispoti, Renato Piccione, Francesco Mini, xxxx Bucci, Checca Sini, Cicci Gandolfo, Sandra Levantesi

da sin seduti: ariSandra Nonnis, Prof.ssa Ungherini, Prof. Rotthonk Ulo, M. Grazia Fiorentino, Silvia Catasta,

in ginocchio: Vincenzo Scorsone, Massimo Prampolini, Piero Andreussi

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Ma che c'azzecca Villa Paganini con la sezione H, si chiederà qualche "H"demico?

Legga il post "Cena al Villa Paganini del 23 ottobre 2006" e avrà una poetica, Renatica risposta. Inoltre è in avanzata fase di stesura un saggio (inteso come saggio letterario e non come contrario di stolto!) che, non vedrà mai la luce, e dovrebbe dare risposta a questo suo dilemma!

Thursday, November 23, 2006

Villa Borghese - Febbraio 1961

Prima gita della classe al Museo Etrusco
di valle Giulia a Villa Borghese
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Sono passati 5 mesi da quando nell'ottobre 1960
è iniziata l'appassionata avventura della sezione H






Non devi essere
sbalordito
se sei finito
nel sito.

Non esser strabiliata
se appari in questa schermata

(dal ministero per le pari opportunità)

Anzi, devi esser contento
di poter celebrare l'evento
sii compiaciuta
dell'occasione dal cielo piovuta
(dal ministero per le pari opportunità)

che avvenne nell'anno sessanta
quando una mano santa

ti sollevò dalla cacca e
ti collocò nella sezione H.

I più fortunati
furono dalla sorte baciati

quandò unì i loro destini
in una panchina di Villa Paganini

.......continua a rilento

Monday, November 20, 2006

V Ginnasio 1961- 1962


1° Liceo 1962 - 1963


da sin in basso: Pino Mercuri, Sandra Levantesi, Paolo Alianello, Fabio Procacciante (mi evidenziai con * temendo che passando gli anni e con l'Alzaimer non mi sarei più riconosciuto), Vincenzo Scorsone,

da sin in piedi: Grazia Di Giacomo, Cicci Gandolfo, xxxx Bucci, Franca Curzi, Alberto Tocci, Marella Papadia, Ivana Cellucci, Carla Tufano, Checca Sini, Enrica Colazza, PievGiovgio Berardi, Silvia Righetti, Pxxx Celli.





da sin in basso: Piero Andreussi, Antonello Perrotta, Angelo Bellussi, Ugo Virgilio (e Vincenzina?)

da sin in piedi: Prof.ssa Majorana, Renato Piccione, Prof. Jorio, xxxx Sferlazzo, Antonella Zadini, Grazia Fiorentino, Francesco Mini, Massimo Prampolini, Vittorio Caronia, Prof. Bortone, Angelo Codispoti







2° Liceo 1963 - 1964

dal basso e da sinistra:

xxxx Bucci, Antonietta Zadini, Silvia Righetti, Maria Grazia Fiorentino, Marella Papadia, Antonello Perrotta, Francesca Sini, Paolo Alianello, Carlo Migliardi, xxxx yyyyy, Vincenzo Scorzone, Carla Tufano, Franca Curzi





dal basso e da sinistra:

Angelo Bellussi, Pievgiovgio Berardi, Sandra Levantesi, xxxx yyyy, Ivana Cellucci, Ugo Virgilio, Prof xxxx Majorana, Alberto Tocci, Giuseppe Mercuri, Prof Omiti Fancello, Piero Andreussi, profilo di Maria Antonietta Gandolfo, Maria Grazia Di Giacomo, occhi di Bruno Codispoti, occhi e naso di Renato Piccione, Enrica Colazza

3° Liceo 1964 - 1965


Sunday, November 19, 2006

Come siamo - Dicembre 2006





Come (ci) siamo (ridotti)

Riedizione del registro di classe,
ma questa volta le "Note" sono solo biografiche
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Andreussi Piero


Chimico, ex quadro Enichem. Pensionato, sposato con Sandra Anticoli, vivono a Milano.
Bellussi Angelo

Medico Radiologo, già Dirigente Ospedale S. Camillo di Roma. Sposato, 1 figlio grande, vive a Roma (vedi C.V.)


Caronia Vitti



1 figlia grande Angelica, vive a Roma

Cellucci Ivana

Professoressa di Scienze al Giulio Cesare. Sposata, ha adottato un figlio filippino che ha 19 anni, vive a Roma. (vedi Immagina Vitae)


Codispoti Angelo:
Medico Psichiatra, Dirigente Centro di Salute Mentale ASL RME. 1 figlio Francesco dal 1° matrimonio, 2 figlie Giovanna e Silvia dal 2° matrimonio. Vive a Roma


Colazza Enrica

Sposata, pensionata, vive a Orte (vedi note biografiche)

Curzi Franca

Sposata, un figlio, vive a Roma. (vedi note biografiche)



Di Giacomo M.Grazia



Titolare Casa Editrice. 1 figlio. Vive a Roma


Fusetti Marco




Medico. Professore Ordinario di ORL presso l’Università dell’Aquila. No “H”demico, paganinico. Sposato con Marie France Watine cittad francese, 3 figli: Matteo (anestesista), Pietro (odontoiatra), Eleonora. Vive tra Roma e Tivoli. (vedi C.V.)


Gandolfo Maria Antonietta:
Architetto Ambientale, 2 figli gemelli, vive a Roma


Mercuri Giuseppe (Pino)




Medico. Direttore Unità Endocrino-Ginecologica, Ospedale di Ascoli Piceno. Sposato, 3 figli, vive ad Ascoli Piceno (vedi C.V.)


Migliardi Carlo




Ingegnere civile, pensionato, sposato, vive a Settebagni (Roma)

Mini Francesco


Ingegnere nucleare, Dirigente Alenia Spazio. Sposato, 2 figli, vive a Roma (vedi C.V.)

Nonnis Sandra




E' stata sposata con architetto tailandese, ha due figli e un nipotino (è Sandra Nonnas!)
Vive e lavora a Bangkok presso l'Ambasciata Italiana. Viene spesso a Roma (vedi note biografiche)

Piccione Renato



Medico Psichiatra, ex Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL RME. Pensionato, sposato con Claudia Tonachella, 1 figlio: Daniele, vive a Roma

Prampolini Massimo



Professore Associato di Filosofia del Linguaggio all’Università di Salerno. Sposato con Antonietta Baffi, 2 figli: Alessandra e Vittorio, vive a Roma


Procacciante Fabio


Medico. Professore Ordinario di Chirurgia Generale presso Università di Roma la Sapienza. Sposato con Angela Sweeney cittad. Britannica (scozzese), 2 figli: Darrol (24 a.) e Julie (17 a.). Vive a Roma (vedi CV)


Silvestri Antonio


Medico Chirurgo. Direttore UOC di Chirurgia Ospedale di Rieti. No “H”demico, paganinico. Sposato con Paola Caldarelli, 2 figlie: Sara e Valentina, vive a Roma (vedi CV)

Tocci Alberto
Medico. Dirigente Ginecologo Ospedale di Tivoli. Sposato con Sandra Martone, 2 figli: Carolina e Andrea, vive a Roma


Tufano Carla


Professoressa di lettere in pensione, vive a Trento. Sposata in seconde nozze con Carlo Gronchi (è diventata: la famosa "Gronchi rosa"). Non ha figli ma ha cresciuto come propria Sabrina Gronchi trentenne. Appassionata di nautica di viaggi e di buona cucina. (vedi note biografiche)


Virgilio Ugo




Ingegnere meccanico all'Alfa Romeo, abita a Milano. E' sposato con Gloriana, ha un figlio di 17 anni (Tommaso) che frequenta il liceo classico sez. H (entra di diritto nel sito!) e un setter irlandese di nome Isotta (e’ un cane, non ricominciate a fare fantasie!).


Zadini Antonella:


Medico Psichiatra e Geriatra. Dirige Unità di Riabilitazione Ospedale di Trieste, vive a Trieste

Gita ad Orvieto - Novembre 1964

Gita scolastica di un giorno ad Orvieto: 27 Novembre 1964




Massimo Prampolini, Angelo Codispoti, Fabio Procacciante


Massimo Prampolini, Reanto Piccione, Vitti Caronia, Fabio Procacciante




Massimo Prampolini, M. Grazia Di Giacomo, Francesco Mini, Vitti Caronia




Antonella Zadini, Vitti Caronia, Fabio Procacciante, Massimo Prampolini, Angelo Codispoti, Renato Piccione, Francesco Mini





































Produzione letteraria varia

Pino

ha pubblicato un album (2 CD) dal titolo "Quelli della sezione H"

(prossimamente l'indice degli inserti)


Per riceverlo bisognava aver accumulato almeno 5 note di biasimo sul registro. (Io - Fabio, ho ricevuto 2 album. Boh? )



Pino dopo il successo del suo libro di favole, sta per pubblicare un secondo libro per il quale Massimo ha scritto la prefazione che segue:

Chi scrive un racconto, come chi lo legge, vive la scrittura come un processo immediato e lineare, dove il contenuto si manifesta in modo diretto e compiuto: basta scrivere, o leggere, e ciò che è nelle righe prende forma e va in scena. Chi scrive, come chi legge, vive il testo essenzialmente come storia che coincide con i fatti e con i pensieri che scorrono nelle parole e nell’intreccio da cui siamo avvinti e ipnotizzati. Ed è giusto che sia così, se vogliamo che un racconto sia letto con partecipazione e immediatezza.
Ma una pagina, a ben vedere, dice molto più di quanto esplicitamente racconta. Un testo rivela molte cose dell’autore, del modo con cui sente e rappresenta ciò che vuole dire, del suo temperamento. Scrivere (leggere) una storia è un po’ come indicare (seguire) una strada: si va a vedere cosa c’è dietro una curva, si scopre cosa c’è oltre il monte, per giungere poi alla fine e sapere dove porta la via. E tuttavia una strada non è solo un percorso: chi cammina butta l’occhio intorno, coglie angustie e bellezze, avverte aspettative, ansie, felicità, sorprese. La strada finisce per essere un’immagine di chi l’ha suggerita, rivela l’autore anche oltre le sue intenzioni.
Questi racconti, il modo in cui procedono, i pensieri che evocano, sono lo specchio fedele del proprio autore. Spiego in che senso.

Spaventi d’autunno è una raccolta di storie legate, a livello narrativo di superficie, dal comune denominatore di contenere tutte un momento di emozione intensa, di trepidazione saliente (lo spavento) attraverso cui lo svolgimento degli eventi deve necessariamente passare.
Avere paura vuol dire essere vivi, la paura è un sintomo inequivocabile di vitalità: lo spavento ne è la sua forma più intensa e manifesta, oltre a esserne la più ancestrale e infantile. Dove c’è spavento si affaccia la prospettiva momentanea di una caduta fatale, di un annullamento irrimediabile; ma si profila anche la possibilità di un piacere, di una novità e di un benessere che si può raggiungere solo attraverso un trauma, un passaggio critico. Lo spavento è il sintomo di un prossimo dolore, come pure di una prossima catarsi. Ma per arrivare alla catarsi, al recupero, al ritorno della quiete, si deve prima passare nell’angoscia del marasma e della perdita, bisogna attraversare il tumulto del dramma. Ecco la struttura palese e lineare (il livello narrativo di superficie) di questi racconti.

Chi scrive questa breve nota introduttiva ha la sorte - la fortuna - di conoscere Pino Mercuri da tempo. Caro Pino, quest’anno 2007 dell’Era cristiana e volgare (l’altra fu l’Era degli eroi e del mito pagano su cui ci erudirono sui banchi di scuola) - quest’anno, dicevo, la nostra conoscenza conta esattamente mezzo secolo! Ci siano conosciuti nel Cinquantasette. Ora, chi conosce Pino Mercuri – anche da meno tempo di un mezzo secolo - non può non aver notato che la sua vita, nella quotidianità ordinaria come nei momenti più importanti, è sempre caratterizzata da una intensa vitalità emotiva, da un’attitudine all’emozione reattiva e manifesta.
Non ci si annoia con Pino Mercuri, neppure se si va a prendere il caffè. La sua disponibilità alla sorpresa, al colpo di scena è permanente. Lo spirito d’osservazione pronto allo stupore, anche per i fatti più minuti, è sempre vigile. Caro Pino, insieme, abbiamo vissuto stupori e spaventi (microspaventi) che ci hanno sciolto, ci hanno letteralmente squagliato nella catarsi delle lacrime di risate incontenibili. Molte volte non è servita neanche la parola; è bastato uno scambio d’occhiate per cogliere la comicità, il grottesco serpeggiante nelle situazioni e nei luoghi più seri e poi dover scappare – realmente scappare – da un’aula, da un bar, da una sala di teatro, in preda al riso irriverente e convulso, per evitare l’ira, il biasimo deplorevole dei presenti. Si! Emotivamente, quella di Pino Mercuri è una vita costellata di “spaventi”, o come direbbero generazioni successive alla nostra “una vita…da paura!”. E questo, con la propensione immediata a fare ogni volta dello stupore e dello spavento l’occasione di un’affabulazione, di un’esternazione istrionica, di un passaggio alla narrazione: ché le cose non sono veramente accadute fino a quando non sono raccontate, partecipate ad altri.
In questo senso, questi racconti sono lo specchio fedele dell’autore; e in questo senso, piuttosto che in quello banale dell’effettivo accadimento dei fatti (così vivamente immaginati da sembrare realmente accaduti), questi racconti sono genuinamente autobiografici. Ma c’è di più.

Buona parte degli Spaventi si riferiscono ad anni in cui il protagonista è un ragazzo e prima ancora un adolescente, altri toccano avvenimenti nazionali ed internazionali di molti anni fa. Ma attenzione! Gli Spaventi sono stati scritti ora, di getto, nel 2006. Gli Spaventi sono il frutto della scrittura di un uomo nel pieno della maturità. C’è qualcosa di singolare e di sorprendente in un tale lasso cronologico, perché questa scrittura – spiegherò brevemente il perché – ha l’autenticità, direi le “scombiccheratezze”, di un diario adolescenziale.
Si racconta per far sapere, ma si racconta anche per dare a ciò che è accaduto un senso. Col racconto di un’avventura, fantastica o no, si desidera far conoscere quello che sarebbe o è avvenuto, ma intanto si dà ai fatti il valore di una conquista, di una delusione, di una scoperta. La narrazione di una sofferenza può assumere il senso di una resa, di un’esaltazione, di una maturazione. Questa necessità di narrare per dare un ordine e un significato alle cose è tipico del racconto, della partecipazione verbale tra giovani coetanei, nel quale il resoconto degli avvenimenti si mescola facilmente, per lo più in modo inconsapevole, con riflessioni generali, con l’evocazioni di massime e di principî, con ragionamenti e giustificazioni ideologiche dell’accaduto. Se la vita riserva sorprese e spavento, il racconto addomestica ciò che inquieta, mette il guinzaglio della ragione agli eventi che, lasciati a se stessi, mordono e spaventano come cani randagi. La narrativa di Pino Mercuri è un’esplorazione di situazioni offerte a un’esposizione di giudizi.
Ne consegue un modo di raccontare movimentato, tumultuoso, in cui gli avvenimenti si intrecciano con il loro effetto introspettivo (sui protagonisti, sull’autore), i fatti sono direttamente messi a confronto con il loro valore ideologico, l’accadere si mescola con immediate considerazioni sull’accaduto. E la scrittura assume un andamento complesso, misto, non addomesticato dallo stile, né da esigenze di coerenza letteraria; ma animato unicamente dalla voglia di raccontare tutto: l’immaginario e la realtà, l’accaduto e i relativi pensieri. Per dare riferimenti precisi a quanto dico: “La sindrome di Bamba” e “Il mostro” sono storie di malesseri psichici ed esistenziali, che subito si disseminano di riflessioni sulla malattia mentale, sulla figura dello psichiatra, sul rapporto dialettico tra curante e paziente. “Omosessuale o disadattato sociale?” è un racconto in cui si condensano e convergono più storie, costellate, dall’inizio alla conclusione, di espliciti interrogativi e osservazioni sulla gioia o sulla pena di vivere, sulla curiosità e la disperazione, sull’euforia e sulla depressione assassina. “Quel lontano 1966” è la cronaca di un incontro au rebour, la retrospettiva di una passione giovanile e incompiuta: e subito alla storia si mescolano pensieri di saggezza, giudizi di chi guarda la vita col senno e la pigra sicurezza della maturità. E potremmo continuare.
Un occhio alla strada e uno sull’orizzonte e nei dintorni: nulla di ciò che accade e viene narrato può sfuggire alla necessità di una interpretazione, di una collocazione nel contesto. E in questa duplice scrittura, narrativa e interpretativa, gli spaventi sono riportati, sono vissuti e commentati oggi allo stesso modo con cui lo sarebbero stati allora: come per Peter Pan, l’autunno di Pino Mercuri si rivela straordinariamente identico alla sua primavera.

La lettura degli Spaventi riporta alla mente un noto autore di racconti romani. In un saggio famoso, Alberto Moravia pose la distinzione tra scrittori e narratori. Appartengono alla prima categoria coloro che pur narrando, vogliono in realtà fare letteratura, si sentono in primo luogo “scrittori”, sono presi dalla ricerca di uno stile, vogliono costruire un canone letterario e la narrazione diventa quasi un pretesto per realizzare tale obiettivo. Viceversa i narratori sono presi dall’impeto del racconto, dal piacere e dalla necessità affabulatoria: il loro primo obiettivo non è la letteratura, ma la vita che prende tono e sapore nell’essere raccontata. Gli Spaventi rivelano in Pino Mercuri un narratore viscerale e forte, con una capacità di sorprendere e di coinvolgere acerba e indomabile, senza reticenze né censure: e questo perché vita e racconto, nella sua capacità di stupore, di fatto coincidono.

Massimo Prampolini

Docente di Semiotica all’Università di Salerno
e di Filosofia del linguaggio all’Università Luiss di Roma

Saturday, November 18, 2006

La pen ULTIMA CENA - Giugno 1988

Dopo vent'otto anni ci si rivede a cena a casa di Fabio
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Fabio Procacciante, Massimo Prampolini, Renato Piccione, Alberto Tocci, Angelo Codispoti e Francesco Mini non hanno mai interrotto i rapporti dai tempi della scuola e si frequentano con una certa assiduità.
Piero Andreussi e Vitti Caronia sono da tempo a Milano e vengono a Roma in occasione della cena. Pino Mercuri viene da Ascoli Piceno e Carlo Migliardi dalla poco distante Mentana.
Molte delle compagne non si rivedevano dai tempi della scuola. Qualcuna non viene immediatamente riconosciuta.





da sin. seduti: Vitti Caronia, M. Grazia Di Giacomo, Cicci Gandolfo, Carlo Migliardi, Piero Andreussi

da sin in piedi: Silvia Catasta, Pino Mercuri, Renato Piccione, Enrica Colazza, Francesco Mini, Alberto Tocci, Franca Curzi, Massimo Prampolini, Fabio Procacciante, Ivana Cellucci








da sin: Massimo Prampolini, Angelo Codispoti, Alberto Tocci





da sin: Enrica Colazza, Fabio Procacciante, Ivana Cellucci
sullo sfondo: Claudia, moglie di Renato Piccione









Vitti Caronia e Pino Mercuri

I nostri primi 40 anni - Ottobre 2000

Nel sistemare appunti sparsi nel computer ho ritrovato questa lettera, mai più spedita, che avevo abbozzato nell'anno 2000 e avrei voluto inviare al maggior numero di voi.


Mi sembra molto attuale pur essendo passati altri 6 anni (ma come passano 'sti anni!), per cui senza nessun aggiornamento la trasferisco sul sito, se qualcuno avesse la bontà e la pazienza di leggerla.

Fabio Procacciante


Roma, ottobre 2000

Caro compagno di classe della sezione H,

un mattino di 40 anni fa, nel giardino-palestra del Giulio Cesare il destino, utilizzando la voce di un professore che chiamava in monotona successione un elenco di nomi e cognomi, mise insieme gli entusiasmi, gli ardori, i desideri, i progetti, le speranze, le aspirazioni, le ambizioni, le fantasie, le illusioni, i sogni, la curiosità, le ansie e le preoccupazioni di un gruppo di quattordicenni, che andarono a formare una classe di studenti, per seguire i corsi del IV ginnasio, sezione H, presso la sede distaccata di via Novara.


Quel mattino, agitandosi dentro di noi, più o meno consapevolmente, tali stati d’animo, ognuno si recò in Corso Trieste per intraprendere una fantastica, entusiasmante ed irripetibile avventura, della quale solo in seguito avrebbe apprezzato l’inestimabile valore.


Gli intensi sentimenti provati in quel periodo della nostra esistenza, uniti alle emozioni forti scaturite dalle stesse vicissitudini scolastiche, oltre a “tatooare” in maniera indelebile le nostre anime hanno costituito un collante che ci ha unito, chi più e chi meno, ma tutti in maniera duratura. Quei cinque anni, vissuti sempre in quella classe, o anche solo in parte, come nel caso mio, di Vitti e di qualcun’altro, sono stati comunque un imprinting che ci accompagnerà per sempre.


E' stato Angelo Codispoti a ricordarmi che l’evento si svolse nel mese di ottobre del 1960, che erano trascorsi 40 anni e la ricorrenza non poteva passare sotto silenzio, senza neanche un festeggiamento. Un motivo in più per raccogliere la proposta di un festeggiamento è che il suggerimento partiva proprio da chi non ha mai troppo gradito gli incontri sociali e che in tali circostanze trova sempre un pretesto per non parteciparvi.


Il festeggiamento è stato comunque ufficialmente varato la sera del 6 ottobre 2000, durante una cena con mia moglie Angela, Maria Grazia Di Giacomo e Vitti Caronia. Vitti inizialmente era contrario perché riteneva che rincontrare i compagni di scuola era un po’ come mangiare una "minestra riscaldata" ma poi si è convinto che la riunione poteva avere un senso. Anche Angela non era particolarmente entusiasta. Per lei si sarebbe trattato di incontrare diverse persone, molte conosciute, altre di cui aveva solo sentito parlare, altre completamente ignote, più o meno simpatiche, più o meno interessanti. Appunto un evento sociale e poco più.


Ma per noi è un'altra cosa. Quel giorno corrisponde all'inizio di un quinquennio, probabilmente il più fervido e pregnante della nostra esistenza. In cui entrammo fanciulli, sia nel fisico che nello spirito e ne uscimmo adulti. In cui le gioie e le disperazioni furono forse tra le più intense mai provate. Per uno di noi, per Paolo Alianello, la disperazione prevalse su tutto.


Un quinquennio durante il quale la vita si è andata gradualmente dischiudendo davanti a noi, acquisendo contorni netti e proponendoci scelte di portata fondamentale. Ma anche un periodo di spensieratezza, di divertimenti, di piccole o grandi trasgressioni, di entusiasmanti esperienze, di eccitanti turbamenti. Mai più tante cose si sono così tanto concentrate in uno stesso arco di tempo per incidere tanto profondamente dentro di noi.


Non è facile sintetizzare quel magico periodo della nostra esistenza senza tralasciare le diverse sfumature con cui esso ha inciso in ognuno di noi dove, tra l’altro, hanno giocato tensioni affettive del tutto personali così come le ripercussioni dell’andamento scolastico. Se qualcuno volesse aggiungere qualche ulteriore pennellata a questo dipinto, da me solo abbozzato, non esiti a farlo. Sarà gradito ogni contributo, in prosa o in versi, fotografico o documentale, di riflessioni profonde o anche di semplici ricordi o inedite rivelazioni: raccoglieremo tutte le testimonianze che vorrete inviare e cercheremo di farne una "vulgata" ad uso dei posteri. I nostri figli sapranno cosa facevano i loro genitori durante gli anni che precedettero il loro concepimento.


Durante la cena non ho espresso tutti questi pensieri, ma il ricordo di quel periodo, che Vitti ha definito "la nostra età dell'oro", mi ha procurato una evidente commozione, che ho trasmesso anche agli altri. Grazia aveva ascoltato in silenzio ed anche lei, che non è una patita festaiola, disse che non vedeva motivi per non festeggiare la ricorrenza. Da quel momento il progetto di rincontrarci è diventato una sfida.


Con alcuni di noi ci incontriamo abitualmente. Con molti altri ci incontrammo il 18 giugno di 12 anni fa in occasione di un raduno a casa mia. Vi presero parte, molti con relativi coniugi, ricordati in rigoroso ordine alfabetico (come nel registro di classe): Piero Andreussi, detto "Jan Valjan", che venne da Milano per l'occasione ed i suoi genitori Chibili (al secolo Genesio) ed Alberica, storici estimatori e sostenitori della nostra classe; Pier Giorgio Berardi, l'unico che riconoscerei senza esitare, anche se il tempo l'avesse completamente trasformato, solo sentendogli sillabare il suo nome, così ricco di errrre; Vitti Caronia, anch'egli da Milano per l'occasione che in seguito avrebbe poeticamente narrato in un libro gli anni della sua adolescenza (è un bel libro da leggere!); Silvia Catasta di cui ho vivo il ricordo dei suoi amici georgiani gran bevitori; Ivana Cellucci ed Enrica Colazza, che spero siano ancora in stretta amicizia; Antonietta Cazora cui, se Vitti è d'accordo, racconterei i dettagli di un certo goliardico episodio che si svolse nell’androne del suo palazzo. E poi c'era il suggeritore dell'attuale sfida nonchè promotore degli incontri dopo scuola in una panchina di villa Paganini, Angelo Codispoti, la cui barba foltissima era ancora tutta nera; e poi Franca Curzi, Cicci Gandolfo, M. Grazia Di Giacomo cui mi lega un'affettuosa amicizia ed un continuo e reciproco scambio di tante confidenze; Pino Mercuri detto il Duca, che venne da Ascoli Piceno con i suoi racconti affabulatori, non solo per noi grandi ma anche per i più piccini, cui avrebbe dedicato un libro di favole (molto divertente, da leggere); Carlo Miliardi che ho casualmente incontrato sere fa; Francesco Mini del quale pochissimi conoscono la sua nuova casa e di cui qualche volta incontro il padre ultraottantacinquenne; Renato Piccione con il quale abbiamo ormai dismesso gli incontri di poker, pur mantenendo vivo lo stimolo di incontrarci per qualunque altro gioco; Massimo Prampolini, mio immediato predecessore nell'appello, amico storico, entrambi colleghi pentiti d'ingegneria, ed ora in tutt'altre faccende affaccendati, che ad ogni incontro, meno frequenti che in passato, ci accomiatiamo col proposito di rivederci presto, senza mai darvi seguito ed Alberto Tocci, patito motociclista, più spesso motorinista, grande "spiralizzatore" per gli amici, che se aspettiamo che finisca il restauro di una sua moto d'epoca, la cena non la faremo mai. In quell'occasione Angelo Bellussi mi chiese di venire col figlio Marco. Pensai che Marco si sarebbe trovato a disagio e fuori luogo e lo sconsigliai. Non venne neanche Angelo e questo ancora mi rammarica.


Ma quella riunione di 12 anni prima aveva uno spirito diverso. Eravamo tutti ancora un pò rampanti e l'incontro poteva prestarsi a qualche forma di confronto e di competizione. Ora non più, il tempo avrà sicuramente smussato le intemperanze giovanili e lasciato spazio alla saggezza, consentendo di recuperare l'originaria ed incontaminata affettività.
La volta precedente, almeno all'inizio eravamo tutti un po’ circospetti. Poi le ore trascorsero spensieratamente e ci intrattenemmo fino a tardi. Qualche anno dopo ci siamo ritrovati da Alberto, eravamo meno della volta precedente, era ancora vivente Matilde Panier-Bagat ed il Duca ci ha incantato fino a notte fonda con la sua chitarra. Non ci provi questa volta a venire senza, perchè comunque gliene faremo trovare una a disposizione.


Ora la sfida è di riunire tutti noi dell'altra volta, più tutti quelli che non c'erano. Speriamo di non imbatterci in qualche dolorosa mancanza. Lo spirito deve essere di totale deregulation. Ognuno venga come vuole e con chi vuole. Saranno ben accetti i single, gli accoppiati, i separati, i divorziati e i vedovi. Ma anche i pensionati dal momento che Piero lo è ormai da quasi un anno. Saranno altrettanto graditi i coniugi, i compagni, gli amanti e le concubine (pur non mancando i concubini, che nella nostra cultura trovano poco spazio, ma che hanno piena dignità in qualche limitata società extraeuropea). Troveranno pieno accoglimento gli appartenenti a qualunque credo religioso, confraternita o setta, ma anche gli atei e gli agnostici. Altrettanto graditi i genitori (purtroppo pochi), i figli e i parenti di qualunque grado. E se proprio non saprete dove lasciarli, vedremo di ospitare anche i vostri animali (che comunque mangeranno per conto loro).


Messi da parte sentimentalismi senili e rimembranze, passiamo all’organizzazione. Questa si articolerà in varie fasi. La prima consisterà nel far pervenire a tutti questa missiva. Per farlo bisognerà cercare i recapiti, poi ritrovare i dispersi, raccogliere dei brevi curricula e stendere la vulgata. Successivamente fissare la data e preparare la cena. Nomino subito, a loro insaputa, il comitato organizzatore nelle persone di Angelo Codispoti, Vitti Caronia, M. Grazia Di Giacomo.


(la data definitiva della cena sarà quella che raccoglierà i maggiori consensi. Per la sede, fino a 30 persone potrebbe essere casa mia (naturalmente posti in piedi); oltre questo numero bisognerebbe incontrarci altrove).

Un affettuoso saluto ed un arrivederci presto,

Fabio Procacciante

Friday, November 17, 2006

Cèna una volta...... - Ottobre 2006

Lunga corrisponenza e-mail che ha preceduto la cena del 23 novembre 2006. La cena si è poi effettivamente svolta, come programmato (vedi).

E' sembrato giusto conservare questo documento storico anche se, .... qualche volta si è trascesi, come in tante altre occasioni.

Quando è iniziata "l'avventura della sez H" eravamo poco più che bambini e questo conferisce una certa immunità anche per le trasgressioni successive (mettiamola così).





1. Piero

Caro Fabio,

ho ricevuto il tuo messaggio telefonico. Hai ragione, non ci
facciamo mai sentire.....
Ad ogni modo ti ringrazio per avermi pensato, purtroppo non posso venire
in quanto proprio la mattina dopo alle 8,00 ho un appuntamento, preso
ormai da qualche mese, per un ecocardiogramma (niente di grave, un
controllo routinario biennale) che mi dispiace perdere.
Comunque, se quest'anno a Natale sei a Roma spero che ci potremo vedere.


Baci ad Angela, July e Darrol, ovviamente anche da parte di Sandra.
Ciao e un saluto particolare a tutti quelli che incontrerai.

Piero

2. Fabio

Caro Piero,

intanto è stata una occasione per sentirci e per annotare la tua mail. Se
avessi anche un tuo cellulare sarebbe il massimo.

Se l'unico problema è l'ecocradio, qui a Roma potrei fartelo fare da un
super esperto.

Sappi comunque che la cena è confermata per il 23 prossimo al ristorante,
indovina un pò? "VILLA PAGANINI"! Un pò costoso (per noi romani) ma spero di
ottenere un forfait a 50 euro.

E' prevista una preliminare visione a casa mia (inizio ore 19) di un
divertente DVD elaborato da Pino, con ricordi della classe: interrogazioni,
aforismi e commenti di professori, qualche foto, ecc. L'Ungherini non viene
... è impegnata altrove, ma potrebbe esserci una sorpresa.

Occasione da non perdere, cerca di esserci. Che notizie hai di Ugo Virgilio?
Lavora sempre per lui quella "bonazza della domestica? Potrebbe venire anche
lei, sarebbe l'unica esponente del gentil sesso ammessa.

Con l'occasione ti accludo l'elenco dei partecipanti, con relativa mail, a
cui invio anche questa per aggiornamento dell'indirizzario.

Un caloroso abbraccio ed in prospettiva..... ulteriori sms rompicoglioni per
convincerti a venire

con affetto, Fabio.

3. Francesco

Mi associo a Fabio per sollecitare tutti, ma sopratutto pinomercuri, renatopiccione, e silvestriantonio (che ha un ospedale a disposizione) a considerare valida l'ammissione gratuita di femmine giovani, e agire di conseguenza.
Pescate sopratutto fra le infermiere venticinquenni, che pullulano sia ad Ascoli che a Rieti. I ginecologi (purtroppo non ho Tocci in linea) curino sopratutto gli studi privati, notoriamente frequentati da belle gnocche che pagano pur di spogliarsi.

L'ECG non può esentare Piero da un compito analogo, frequentando lui assiduamente la costa smeralda, dove i gossip riportano di nugoli di veline pronte all'uso (Piero, pf., sfoglia l'agendina).

Caronia non può rompere i coglioni, gliela troviamo noi la compagna se si è dimenticato come si fa.
Codispoti..... non so, porti qualche zia.
OK per Virgilio con la bonazza, ma nel frattempo non avrà già compiuto i 92 anni (la bonazza)?

Un discorso a parte merita prampotiscali.it: a lui non osiamo chiedere nulla, visto l'alto rigore morale dell'uomo (media del 9 alla maturità, due 10, due 8, e tutti 9, con Olini solo medaglia d'argento, lì a piangere come un bambino.....). Un trauma certo, ma anche un severo monito a me e alle generazioni a venire! A prampolì', se vedemo al ristorante...!!

Sapete chi manca? Angelobellussi.

Abbracci, olini

4. Pino

L'idea di Olini mi trova completamente daccordo. Unico problema potrebbe
essere Fabio: non vorrei che col vecchio "PERMETTI ..................." ci rivonasse
la serata.
Comunque, bando agli scherzi, sono felicissimo di rivedere tutti giovedì 23.
Una preghiera a Angelo e Piero: è una vita che non vi vedo, VENITE xxxxxxxxx! E
tu Vitty, palemmitano verace, non ci vorrai dare buca spero?
Per le 50 euro non vi preoccupate: ho già chiesto ed ottenuto un prestito da
mio figlio.
UN abbraccio a tutti, a presto.
Pino

5. Massimo

Ciao Fabio,al 23 !Intanto ti mando via mail l'invito per la mostra del 16.

Un abbraccioMassimo


6. Pino

Carissimo Piero, sono Pino Mercuriho letto che non sarai dei nostri e me ne dispace moltissimo. Provo a darti uno spunto di riflessione: potresti venire all'incontro a casa di Fabio e poi non venire alla cena.Pensaci!!Daresti a tutti una gioia infinita se quel "saluto particolare" fossi tu in perspona a darlo. Ciao e un abbraccio grandissimo.Pino Bravissimi Angelo, Carlo e Vitti.Per quanto riguarda Grazia Di Giacomo: non credo che abbia tutti i torti. Lancio l'idea di incaricarla di rintracciare le donne della "SEZIONE H" e di organizzare con loro e con noi un nuovo incontro. SE qualcuno la sente le porti i miei più sinceri saluti e bacioni. Sono felice di rivedere UGO ma spiegatemi chi sono Vincenzina e figlia. PS. sto preparando per tutti i presenti una copia del DVD che vedremo. ancora Pino

7. Fabio

Cari destinatari, 13 giorni all'evento! (confermo giovedì 23, h. 19 da Fabio via Gallonio 1, poi rist. "Villa Paganini")Non ho ancora prenotato perchè Angela (mia moglie per i meno intimi) pretende di essere lì invitata a cena da me, quando andrò a prenotare. Per questo io rimando. Alcuni aggiornamenti: abbiamo i recapiti e l'adesione anche di Angelo Bellussi e Carlo Migliardi Vitti ha abbandonato l'indecisione e ha deciso di venire, ma potrebbe anche ripensarci. Grazia Di Giacomo chiede perchè siano state escluse le donne.E chi l'ha detto? Le ventenni non sono escluse!Per le compagne di classe, o meglio per tutta la classe, metteremo in cantiere un programma di cena, o di incontro, durante la cena prossima. Massimo ha mandato la giustificazione per l'indisponibilità per il 16, ovvero l'invito all'inaugurazione della mostra, che spero di riuscire a riinviarvi.Nel ringraziarlo gli chiedo se ci potrà organizzare una visita guidata, come in occasioni passate. Piero, nonostante l'impegno fargli fare l'Eco.C.G. qui a Roma, tace.Ma chi tace acconsente... a venire.E di Ugo e Vincenzina (o meglio della figlia di Vincenzina) che notizie hai rimediato? Iorio non viene, ha un impegno: gioca a tresette ... coi morti! E dopo questa facezia, un caro saluto e a presto Fabio

8. Fabio

meno 12 segue elenco aggiornato dei partecipanti con rispettivi:- cellulari (mi raccomando di tenerli riservati: farebbero gola a molti pazienti e .... la gioia di qualche spasimante)- e-mail delle persone civilizzate, gli altri, alcuni ce l'hanno ma non la usano (ma che la xxxxxxxx?) Devo ancora prenotare, ma c'è tempo. Ho perso tempo co sto cavolo di elenco. Marco Fusetti e Antonio Silvestri sono soci onorari della sez.H (pagheranno un pò di +) xxxxxxxxx non viene... c'ha la testa fra le nuvole! alla prossima, Fabio

9. Pino

APPELLO AI PARTECIPANTI:1) chiunque avesse materiale fotografico risalente all'età della pietra (ginnasio-liceo) è pregato di spolverarlo e portarlo con se (vale soprattutto per Prampolquin);2) chiunque avesse materiale grafico od altro d'interesse comune è pregato allo stesso modo di portarlo con se;3) qualsiasi aneddoto, battuta, o quant'altro ritornasse alla mente di quei giorni di scuola va CATEGORICAMENTE SCRITTO e CONDIVISO CON TUTTI. Il materiale suddetto servirà ad ampliare il DVD, attualmente scarno. Risparmiatevi gli anatemi o insulti e mettetevi all'opera. ULTIMO APPELLO:chiunque fosse in grado di mettermi in contatto con la Sig. Maria Grazia Di Giacomo è pregato di darmene immediata comunicazione. Grazie A presto, Pino

10. Piero (rossa per la vergogna)

Caro Fabio, anzi..., cari Amici (dal momento che "scrivi ad uno e leggono tutti"), sono realmente stupito della tua/vostra ingenuità: è vero che il 24 p.v. dovrò sottopormi ad una Eco-C-G, ma è altrettano ovvio che questa è una plateale scusa. Ti/vi sembra plausibile che mi debba sobbarcare un noiosissimo trasferimento fino a Roma per poi godere della compagnia di una pletora di personaggi che, dalle anticipazioni con cui ognuno ha voluto "arricchire" la propria e-mail, farebbe concorrenza al peggiore avanspettacolo? Meditate, gente, meditate.
Viene spontaneo, a questo proposito, ripensare alle "dotte" conversazioni che ci univano quando avevamo vent'anni. Eravamo più seri allora, anche se rigidamente, come
adesso, senza donne presenti!
Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, mi auguro che cambiate idea, prima del 23/11: ma ve lo immaginate lo squallore di una decina di signori soli ormai sessantenni pronti ad una serie di seghe mentali (tanto per non dimenticare l'avanspettacolo) che non li farà tornare indietro nemmeno di un anno?
Invitate le compagne di scuola, invitate le vostre compagne nella vita, e tutto sarà........più normale.
A proposito, se organizzaste una "cena di recupero" tra il 21 dicembre e il 2 gennaio, potrei anche venire. Capita l'antifona?

Piero

11. Francesco

Carissimo Piero,

sento di interpretare il pensiero di tutti dicendoti che considero questa tua stupenda risposta un inno all’antica amicizia.

Non c’è parola nel tuo testo che non riveli più o meno palesemente un grande amore per il vecchio gruppo 3H e il forte disappunto di non poter essere con noi.Apprezziamo…. , e ovviamente siamo pronti a ri-organizzare una cena con te a Natale (così… se magna un’altra volta!)

Indubbiamente, però, c’è anche una verità nascosta nelle tue parole: è vero, siamo cambiati, e non facciamo più conversazioni dotte come a vent’anni, ma anche il grande Kant disse che il cambiamento nella vita è necessario (o forse era Parmenide?), e che rimanere giovani è una sconfitta.

Posso garantirti che tutti noi, anche se sembriamo deficienti, abbiamo eseguito fondamentali cambiamenti in molti campi della vita (io per esempio ho cambiato indirizzo, ora abito all’Ambra Jovinelli e ho venduto la Lambretta).

Tuttavia, abbiamo tutti fallito proprio su quell’unico aspetto che tu giustamente raccomandi alla fine del messaggio, e per il quale ti garantisco che non siamo riusciti assolutamente a sollevarci dal livello 0 dell’evoluzione: nessuno di noi infatti è mai stato in grado di sviluppare una convivenza contemporanea sia con una compagna della 3H che con la compagna della vita, per cui ci sarà impossibile invitarle entrambe alla prossima cena!

Però, purchè tu venga a Roma (l’Eurostar non è noioso, dai…) , possiamo cercare di accontentarti anche su questo.

Con affetto, e… a presto!

Olini


12. Pino

Caro Piero, io non disturberò ne Kant e ne Parmenide per dirti affettuosamente e chiaramente quello che penso: mi dispiace sinceramente che tu non possa venire ed altrettanto sinceramente spero che la tua sia solo ironia. Se così non fosse ti consiglieri di prendere altri appuntamenti dal 23 in poi. E' mia convinzione ed augurio che la tua salute fisica sia in ottima forma: mi preoccuperei un pò di più di quella mentale! "Amici INGENUI e SQUALLIDI, ROZZI e pronti alle xxxxxxxxx MENTALI"? Ma è proprio per questo che insistiamo affinchè tu venga: in una cena come questa non deve mancare l'amico ASTUTO, ELEGANTE, EDUCATO che ci insegni finalmente a farci delle VERE xxxxxxxx e non più quelle mentali!
Faremo del tutto per accontentarti e per organizzare una cena nei tempi da te indicati così non dovrai sobbarcarti un noiosissimo trasferimento ma sappi che troverai non una PLETORA DI PERSONAGGI ma purtroppo solo pochi vecchi amici che ti riabbracceranno con piacere.

A presto, Pino

13. Fabio

Caro Piero,

Sono contento che si sia aperto un dibattito e chiunque (anche se si firma con uno pseudonimo!!!) possa esprimere i propri pensieri senza nessuna limitazione (etica, filosofica, ideologica, biologica (ringiovanire di 1 anno), sintattica, linguistica, ecc ecc).

Per rigore storico preciso che l'idea della cena è nata a casa di Marco Fusetti, circa 1 mese fa, in cui erano presenti solo rappresentanti maschili della classe o meglio del gruppo "Villa Paganini", che hanno concordato lì per lì di rivedersi a cena. Da qui l'idea di estendere l'invito anche a qualche assente: Massimo, Angelo, Vitti. Poi cogliere l'occasione per risentire anche Piero e Carlo Migliardi. Nessuna esclusione pregiudiziale per le donne, anzi una tacita idea di programmare, proprio durante la cena del 23, un successivo incontro, il più ampio e completo (di tutti i compagni di classe) possibile.

Inizio con una prima riflessione.
1. Alla nostra età si può stare da soli o insieme, secondo gli schemi più ampi, nella più assoluta libertà.
Stasera ci vedremo a cena io, Angelo, Renato e Vitti. e con loro spesso ci siamo incontrati in tutte le possibili combinazioni, a 2, a 3 e a 4. Quest'estate, ospiti di Pino, al Gallo d'oro di Ascoli (che raccomando) eravamo io, Angela e Pino. Al barbeque da Marco eravamo quasi tutti con rispettive mogli più due vedove!
Esempi di una banale ovvietà ma per sottolineare il concetto che non credo che gli incontri, conviviali e non, hanno senso solo se i partecipanti sono selezionati secondo specifiche regole: solo coniugi o solo single o solo in numero pari o solo umanisti o solo matematici, tanto per dire. Si partecipa se si ha il piacere di farlo, se la compagnia è stimolante, oppure no.

2. Sembrerebbe che Piero (o comunque la mail a sua firma) consideri più accettabile, lui dice "più normale", una cena in cui ci fossero le compagne di scuola e di vita. Per le prime ho già detto ma vi immaginate quanto può essere divertente per Angela, che ha compiuto i suoi studi in Scozia, sentire tutte le facezie di Iorio, Bruzzone, la Fancello e gli altri. Non capirebbe e finirebbe col parlare d'altro con un'altra. E allora perchè obbligarla a star lì, solo per conferire "normalità" alla composizione dei partecipanti.
Forse la "norma" darà sicurezza, ma non è detto che sia sempre divertente.

3. Sulle motivazioni di questo incontro ci sarebbe da scrivere un libro, che mi e vi risparmio. Ma non si può non ripensare a tutte le aspettative, le progettualità, le fantasie, i sogni, le emozioni, le gioie, le delusioni, le frustrazioni, l'eccitazione, gli entusiasmi di quegli anni, che in qualche modo sono state un potente cemento che ci ha inalterabilmente accorpati, rivisitate oggi, (per chi è rimasto!) con la saggezza, la pacatezza, la disullusione o la leggerezza, non necessariamente da avanspettacolo, ma anche l'emozione che si prova riassaporando come eravamo.
Che queste occasioni dovrebbero far ringiovanire, come tu dici, credo che non l'abbia pensato proprio nessuno. Tutti sappiamo che a tavola s'invecchia, anche se si "quisquiglia" (spero di non urtare suscettibilità con questo termine)
Comunque, come per Vincenzina, che forse appartiene a qualche fantasia del passato, l'incontro è aperto a tutti coloro che vogliano sopportare il noiosissimo trasferimento fino a casa mia. Non ho ancora prenotato il ristorante!!

Continuano a chiamarmi, ora devo proprio andare, ma mi riprometto di ricontattarvi sul tema.

Saluti sempre affettuosi,

Fabio

14. Piero

Carissimi, mi sembra di capire che è meglio cambiare tono.
Sarei molto contento di rivedervi tutti, specialmente quelli che (Pino, Carlo) non vedo da tantissimo tempo ( e chi se ne frega della compagne di scuola, tanto non le abbiamo mai tanto considerate, a parte casi particolari, e le mogli men che meno!). Così va meglio? Vado avanti.
Non credevo che poche righe dettate da un po' di ironia scatenassero tante reazioni: mi piace pensare che il significato di cotanta "alzata di scudi" derivi unicamente dall'affetto che, sono convinto, ancora ci lega e quindi la vostra preoccupazione sulla mia salute mentale sinceramente mi commuove. A questo proposito, tranquillizzatevi: chi mi frequenta attualmente e non conosce il mio passato mi considera, almeno per ora, sano di mente.
Bando, comunque, alle ciance.
Adesso vi rivelerò il vero motivo della mia assenza alla cena del 23 P.V.(a parte l'Eco-C-G che non é una scusa).
Il 3 dicembre dovrei venire a Roma per la cresima di un figlio di mia sorella Claudia; so che ci tiene, ma questi riti non li sopporto e quindi resterò a Milano. Vi immaginate che bella figura farei venendo ad una cena tra amici e non andando ad un evento, almeno per mia sorella, così importante? Come vedete, il mio rifiuto è, letto sotto questa ottica, un sacrificio e non certo un disconoscere le vecchie (e quindi vere) amicizie.
Ecco perché mi piacerebbe rivedervi durante le feste di fine anno, anche se capisco che per qualcuno potrebbe essere un problema (viaggi, parenti,ecc.); nel caso si riuscisse ad organizzare qualcosa, vi prometto che mi farò perdonare con qualche barzelletta sconcia.
Piero (che è sempre quello di ieri)


15. Pino

Caro Piero,
bisogna essere in due per dire la verità: uno per parlare, uno per ascoltare.
Tu hai parlato e noi tutti abbiamo ascoltato: ci piaci così!
Non so quale sia ora la tua immagine ma da quanto e come hai scritto non credo che il tuo cuore sia molto lontano da questa che ti mando con tanto affetto.
A presto, Pino.


16. Fabio


Ho letto con molto piacere le mail di Piero (la n.14 !!!!) e di Pino. Bravi.

Come molti sanno il compianto papà di Olini, che molti di noi ricordano con grande simpatia e una volta, parlando di Ciampi con cui aveva lavorato, disse: "...era un bravo giovane", ha scritto un dizionario di parole straniere entrate nel nostro lessico abituale (non Lesbico). Una di queste è "Jet-set"

Non ho letto il dizionario (Olini non me l'ha mai regalato!) ma credo si riferisca a quelle persone che per essere comunque presenti sul set, usano abitualmente i jet. Noi immaginavamo che Piero non avesse remore nè difficoltà a prendere un jet (low cost) venire a Roma x cena, passare a Bracciano x il matrimonio di Tom Cruise e tornarsene a Milano. Ora scopriamo che lui non è del jet-set !!

Fabio


16. Pino


Ragazzi! Dobbiamo fare un grosso applauso a Fabio.
Fosse solo per la pazienza di organizzare le nostre mail (dalle quali Maria Grazia - BACIONI - editerà sicuramente un libro).
E' riuscito ad ottenere una locandina fantastica (non so se Prampolquin tace e acconsente o tace e s'incazza - sono scurrile lo so, ma le parolacce a volte spiegano una sensazione meglio di mille parole .
Ci ha messo in contatto via internet, ci sta preparando una serata con i fiocchi: Luxurios dinner, Villa Paganini Restaurant (tavolo imperiale!), promenade in the park. e NON E' TUTTO.
UDITE GENTE: Angela lo convincerà (lui ancora non sa nulla e sarà una vera sorpresa) AD OFFRIRCI LA CENA!!
Quindi accorrete festanti con o senza jet e tranquilli: pare che ci sia anche un piccolo rimborso spese (LA BENZINA PER CHI VIENE DA FUORI CITTA')!

Chiedo scusa: io non ho nei miei ricordi VINCENZINA. Qualcuno mi può dire chi xxxxxx è? (per la parolaccia vale quanto detto prima).

Salutoni a tutti
Pino


17. Francesco

Caro Fabio,
al punto 1, suggerisco di chiedere una liberatoria da parte del Pf. Prampolini, nella quale sia specificato per iscritto che l'uso della locandina è licency free sino al 2010. Col professore non si sa mai.
al punto 2, leggendo gli interventi, mi fa piacere notare che tutti (io sono stato il primo) hanno considerato ironico l'intervento di Piero. Se così non fosse stato, avrei immediatamente interrotto il contratto di leasing della Lambretta, tutt'ora in vigore.
al punto 3, mi ricordo anche di Sini, Panier-Pagat, Colazza, .... ma sopratutto vorrei incontrare l'ing. Virgilio, perchè oltre che come si risolvono i calcoli renali vorrei sapere come si risolve l'integrale di Riccati: è una vita che glielo devo chiedere!
al punto 4, vorrei vedere la ricevuta fiscale dell'avvenuto pagamento e fotocopia della matrice dell'assegno (ricordatevi che Prodi ha abolito il contante). Solo nel caso che il presente consesso venga in seguito convertito in " Fondazione senza Scopo di Lucro", con regolare registro, potremmo valutare l'ipotesi (da votare a scrutino segreto) di porre a bilancio la cena di Fabio e Angela, di cui ai successivi punti.
al punto 6, vedasi punto precedente, pertanto è necessario esibire ricevuta fiscale della cena o in alternativa i registri notarili della neonata Fondazione "Villa Paganini".
(Certo che ne diciamo di xxxxxxxxxx)
Complimenti comunque a Pino e alla sua chiusa su Piero: da lui almeno un barlume di serietà .
Abbracci, Olini.


18. Massimo

Ma xxxxxxx! E' la seconda volta che Pino chiede lumi su Vincenzina!
E' l'ora di soddisfarlo.
Dear Pino,
Te la ricordi la canzone di Jannacci "Vincenzina e la fabbrica": beh, non c'entra


Vincenzina era la colf che negli anni ' 62-' 64 allietava i corridoi, le stanze, la cucina,
i fondi delle sedie ove posava il suo venerato derrière, nonché li materazzi et li annessi lenzoli tra cui languida rigiravasi la notte,
della Famiglia Virgilio, sita in via Tripoli (il numero non più ricordo); et al contempo allietava li pensieri
nonché li sogni (che dei pensieri sono gli eroi liberi e destri

di svariati mascalzoncelli della Sezione H del Giulio C.
- gli stessi mascalzoncelli et "garzoncelli scherzosi" che il 23 (data fortunata !!) si rivedranno insieme,
"con mani esperte et ormai lente
ma tanti sogni ancor...".

Vincenzina era un mito.
Sommo sacerdote e custode di tanta mitologia, Angelo C.:
che ne osannava le delicate, piacevolissime fattezze,
i giusti seni,
il viso dolce e aggraziato,
la carnagione chiara, serica, bellissima;
i capelli neri, mossi e "le stellanti ciglia" (Petrarca).
Ma Angelo, non si limitava a poetare, sognare, smaniare
Egli pur anco chiedéa al nobil' Ugo,
che xxxxxx aspettasse a celebrare priapeschi riti in carnal congiunzione
con la dolce ninfa ch' echeggiava gorgheggi et richiami
tra le domestiche mura e gli invidiati fondi di sedia
("tutti sognammo d'esser fondi di sedia; tutti sognammo d'essere mutande...",
certo dipendeva chi si sarebbe seduto, poggiato, acculato, da chi ci avrebbe indossato);
et pur anco ciedéa perché indugiasse a coniugar, oltre che verbi in greco et in latino ...

Vacca !! Mi viene un dubbio atroce: forse sto facendo una gaffe tremenda (non sarebbe la prima).
Non è che la nostra musa convolò in fine a giuste nozze con l'Ugo nostro amato?
"Ugo ! - Ascoltami: se è così, è solo la memoria di tanto universale affetto.
"Vincenzina ! Ascolta: compiaciti e gioisci dall'alto della tua saggezza e dalla tua magnanimità
dei sogni ch' elargivi alla meglio gioventù di quei mascalzoni di compagni del tuo Ugo.
Io dovevo solo spiegare a Pino...
Pino, ho fatto una gaffe - aiutami tu!
Piero: non ti scandalizzare, non sono affetto da pazzia senile; l'Alzeimer incalza ma la
memoria ancora regge (Altro non più!). Ho fatto solo il "garzoncello scherzoso". Ho fatto solo il
cascherino che va con la sua cesta del pane per le vie della città.
Fabio, fai una mail circolare e spiega a tutti ch'erano solo versi futuristi.
Al 23 !!
Massimo
(Mesmino, Prampolquin, Astaire - che figura ! Al 23)


19. Pino

Nobile Prampolio
tu non facisti niuna gaffe:la luce portasti nello mio cervello
annebbiato dall'anni che scorrono.
Chi xxxxx (nel senso di xxxxxxx) se rimembrava de codesta pulzella virgiliana (nel senso di bu-colica)?
In verità te dico che anco io nun fui da meno de vui: arrivai a desiderar persino de esse cesso pur de veder
le sode natiche che Angelo osannava. Scrissi:
S' i' fosse foco, arderei Vincenzina;
s' i' fosse vento, la tempesterei;

s' i' fosse acqua, tutta la laverei;

s i’ fosse papa, la battezzerei notte e giorno,
e s’ i' fosse 'mperator, sa' che farei?

a Ugo mozzerei li mani e per me solo la terrei.

S
' i' fosse Pino, com' i' sono e fui,

torrei ll’invidiato legno dello cesso

e dallo xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx!

Non sono stato sempre così: da quando la stupefacente Turco però ha elevato la dose personale, ho esagerato un pò.
Un salutone, Pino
20. Antonio
ho letto con molta attenzione le vostre missive,comprese le "schermaglie": mi sono divertito! Ma al di là di ogni considerazione credo che il vero significato di questo incontro sia nel piacere di vederci,dato l'affetto che ci lega da moltissimi anni, fraterno direi e sotto molti aspetti anche più che fraterno. Il convivio apre gli animi, rafforza l'amicizia, libera le idee,ci fa sentire sempre più uniti.
Il raccontare il passato,le avventure,i piaceri,fa parte delle cose belle della nostra vita,considerando che senza il passato non c'è presente ne futuro! Il tutto può essere racchiuso in una sola parola:l'amore che non è altro che affetto profondo o forse più, quel quid non percepibile attraverso i sensi che è l'essenza di noi stessi.
Con affetto e a presto Antonio

21. Grazia (che conclude)

Galeotta fu la classe!
sezione h croce e delizia
solo croce
qualche volta delizia
ma va bene così
l'importante arrivati a questo punto è poterne ancora parlare
in bocca al lupo per questa sera
un saluto a tutti

Grazia